Marzo 19, 2024

Comune di Avigliano Umbro

Avigliano Umbro è situato su una collina a 441 metri s.l.m. Intorno è possibile ammirare una cornice di monti e di boschi di rara bellezza. Il suo territorio venne definito nel 1975 allorchè si costituì in comune autonomo separandosi da Montecastrilli. Sorge sul colle di San Rocco e fu abitato sin dall’antichità: recenti scoperte nella Grotta Bella di Santa Restituta testimoniano insediamenti umani risalenti al neolitico. Ubicato, in epoca romana, lungo l’antica via Amerina, durante il medioevo fu importante centro delle Terre Arnolfe, citato anche nel Registro dell’Abbazia di Farfa. In seguito al dissolvimento della signoria degli Arnolfi (secolo XII) cadde sotto il dominio di Todi.

Del vecchio castello feudale si possono ancora ammirare la cinta muraria, un possente torrione cilindrico e la porta d’ingresso (Porta Vecchia) sovrastata dall’aquila, stemma della città di Todi con le ali aperte, su cui figurano due aquilotti, che rappresentano le città sottomesse di Amelia e Terni.La chiesa parrocchiale della SS. Trinità , costruita nella prima metà del XVII secolo, contiene al suo interno pregevoli affreschi attribuiti a Bartolomeo Barbiani da Montepulciano e una tela di notevole valore del Polinori, che rappresenta la Madonna del Rosario con Bambino, Santi e Misteri. Caratteristico il suo teatro stile liberty, costruito nel 1928 per iniziativa di un gruppo di cittadini di Avigliano Umbro associati nel circolo culturale “Volontà e Azione”. Da allora ha ospitato manifestazioni teatrali, musicali e convegni.

Attualmente vi si svolgono, con successo, le rappresentazioni collegate ai progetti di teatro, cinema e comunicazione “Classinscena”, “Cineciak” e “Teatro&Memoria” ideati per le scuole (infanzia, primaria e secondaria di primo grado) e per adulti (ragazzi e allievi Università della Terza Età ) che si tengono, ogni anno, nel mese di giugno.

SISMANO

Imponente castello medievale, domina con solenne grandiosità il territorio circostante. Appartenuto agli Arnolfi e poi, dopo vane vicissitudini, agli Atti di Todi, nel 1607 venne acquistato dai Corsini, ancora oggi proprietari. Al castello si accede attraverso una via semicircolare, ai lati della quale, è strutturato il borgo. Si possono ancora ammirare intatte due porte sormontate dagli stemmi gentilizi delle famiglie già proprietarie della fortezza, sopra una di esse è possibile apprezzare un interessante orologio settecentesco.

DUNAROBBA

Il nome deriverebbe dalla parola longobarda “Duna” che significa roba. Il nome quindi sarebbe composto dalla congiunzione di due parole di identico significato. L’Alvi, invece, fa derivare il nome dalla gens Dunnia. Fortificato intorno all’XI secolo fu soggetto a scorrerie e devastazioni. Di esso si conservano scarse tracce: ben conservata l’antica porta d’ingresso.A poca distanza è ben visibile un possente edificio chiamato “La Fortezza”, la cui struttura definitiva risale ai lavori eseguiti nei secoli XV-XVII.A circa due chilometri dal centro, nella campagna di Sismano e Dunarobba, è situata la Pieve di Santa Vittorina. L’importanza della chiesa è desumibile dall’imponenza della facciata. Nel secolo XIII divenne uno dei 19 plebati del territorio tuderte: a Santa Vittorina facevano riferimento quasi 4000 abitanti.

SANTA RESTITUTA

Addossato sul versante orientale dei monti amerini, disposto lungo una scalinata centrale, oggi come nel medioevo, le case, costruite una vicino all’altra con piccoli spazi per le feritoie, costituiscono la cinta muraria.Nei pressi del paese, in mezzo a folti castagneti, alle pendici del monte Aiola si apre laa Grotta Bella, sito di notevole interesse geologico e archeologico, abitato dal neolitico fin in età tardo romana.Tra il silenzio dei boschi, sul fianco della montagna, si conserva un superbo e isolato esemplare di acero, uno dei più antichi d’Italia (300 anni circa). Inserito dal WWF fra i “Ptriarchi Verdi”, il Ministero dei Beni Culturali ha predisposto la procedura per il riconoscimento come monumento ambientale.

TOSCOLANO

Castello medievale (ristrutturato nel XV sec.) ben conservato e caratteristico per il suo impianto urbano circolare. Emerge in una splendida terrazza panoramica immersa tra folti secolari castagneti. Dopo la porta d’ingresso del paese c’è la chiesa dedicata a S. Apollinare, al suo interno, ben conservato, un organo di legno d’olivo d’incerta datazione e tele del secolo XVII.Lungo la strada che conduce al paese è possibile ammirare una Maestà , attribuita a Piermatteo d’Amelia. L’edicola della Maestà è attualmente inglobata in una chiesetta a navata unica e ne forma la parete di fondo. L’affresco, recentemente restaurato, presenta un ciclo che mostra, sul fronte dell’edicola un Angelo con foglio annunziante, al centro Padre Eterno sotto forma di colomba, sulla destra la Vergine Annunziata.

BENI CULTURALI e AMBIENTALI

Teatro Comunale

Il teatro di Avigliano Umbro è stato realizzato da un gruppo di 118 soci del circolo Volontà ed Azione, ed è stato inaugurato il 9 settembre del 1928. E’ nato esclusivamente come teatro avendo tutti gli elementi fondamentali e caratteristici della tipologia: atrio, platea, galleria, palcoscenico predisposto per l’allestimento di quinte e fondali. Presenta una interessante facciata caratterizzata da elementi decorativi in cotto come formelle, bassorilievi, cornici di porte e finestre, elementi di finitura vari di buona fattura in stile liberty di notevole finezza. Il teatro stato donato al Comune di Avigliano Umbro nell’anno 1978.

LA FORESTA FOSSILE DI DUNAROBBA

La Foresta Fossile di Dunarobba venne alla luce verso la fine degli anni ’70, all’interno di una cava di argilla destinata alla fabbricazione di mattoni per l’edilizia.

I resti dei circa cinquanta tronchi di gigantesche conifere attualmente visibili costituiscono una eccezionale e rara testimonianza di alcune essenze vegetali che caratterizzavano questo settore della penisola italiana nell’arco di tempo compreso fra i 3 e i 2 milioni di anni fa, cioè nel periodo geologico noto come Pliocene. Ancora in gran parte sepolta dal sedimento, questa antica foresta indica condizioni ambientali sostanzialmente diverse da quelle attuali, caratterizzate anche da un clima sensibilmente più caldo.

La conservazione dei tronchi in posizione di vita e il mantenimento pressochè totale delle caratteristiche del legno originario, sono ragionevolmente ascrivibili ad un seppellimento continuo e graduale avvenuto all’interno di un’area paludosa situata sulle rive di un ampio lago. Inoltre l’area era sottoposta ad un graduale sprofondamento, cioè ad fenomeno geologico noto come subsidenza.

Le particolari caratteristiche di questo sito paleontologico lo rendono un monumento naturalistico unico al mondo e di grande rilevanza scientifica.

La Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, negli anni successivi alla scoperta ha iniziato un lungo lavoro di documentazione finalizzato allo studio, alla salvaguardia e conservazione del sito paleontologico. Attualmente i maggiori sforzi sono finalizzati a contrastare il disfacimento del legno da parte degli agenti atmosferici, causa principale di degrado.